NIZZA E IL SUO FUTURO
Intervista ad Alain Roullier
Presidente della Lega per la Restaurazione delle Libertà Nissarde
Per Achille Ragazzoni
Introduzione
Presentiamo
al lettore italiano un'intervista su di un argomento che, stante
l'attuale silenzio stampa sia in Francia che in Italia, ha il sapore di
una vera novità. "Particolarismo nizzardo", cosi si è chiamato
quell'atteggiamento mentale, prima ancora che politico, che ha portato
i Nizzardi, sin dal 1860, a sentirsi comunque diversi dalle genti di
Oltrevaro. Già in rapporti di polizia del 1861 si segnala, con una
certa preoccupazione, che vecchi partigiani dell'annessione avevano
cambiato idea e facevano comunella con gli "italianissimi" (cosi allora
venivano definiti coloro che all'annessione erano stati contrari). Con
il crollo del regime bonapartista, il particolarismo divenne
indipendentismo vero e proprio e Nizza inviè in parlamento tre deputati
separatisti, tra cui Garibaldi. Il particolarismo nizzardo ebbe modo di
esprimersi anche in seguito, ma da qualche anno a questa parte è
tornato ad essere indipendentismo. E' un fenomeno nato dal basso, che
vede uniti il
giovane
ed il vecchio, l'intellettuale e l'operaio. Ha trovato un organo di
stampa, il mensile "Les Nouvelles Niçoises" (sito internet http://nouvelles-nicoises.over-blog.net/),
ed un capo, Alain Roullier, colui che ha risposto aile nostre domande.
Giornalista e scrittore, egli è anche l'autore di un grosso volume, "Nice, demain l'indépendance", che
si trova in vendita in tutte le libre-rie di Nizza e che ha segnato
l'inizio della nuova lotta indipendentista. La Lega per la
Restaurazione delle Libertà Nizzarde (LRLN), cosi si chiama il
movimento indipendentista, ha dato voce ad un disagio che è reale,
risponde all'avanzata di una globalizzazione sempre più disumana e
disumanizzante. I molti italiani che abitano sulla Costa Azzurra
possono prendere contatto con la Lega e, se convinti della bontà delle
scelte da essa intraprese, decidere di impegnarsi assieme ad essa per
una Nizza indubbiamente migliore.
Signor Roullier, ma non è antistorico, oggi, chiedere l'indipendenza di Nizza?
Al
contrario, volere l'indipendenza di Nizza non è antistorico, bensi il
logico prolungamento della storia: Nizza reclama i propri diritti. E'
una battaglia di attualità, poiché Nizza attraversa una grave crisi;
l'identità nizzarda, già maltrattata dalla Francia e che, resiste per
miracolo, affonda nelle stive delle galere francesi, ove è stata
incatenata. La Francia impone a Nizza la sua deliquescenza, il suo
fallimento economico e morale; essa vuole imporle un meticciato di
culture che noi non vogliamo (e che, piuttosto è un meticciato di
inculture) e che porterà ad un livellamento verso il basso e ad una
totale perdita d'identità. Noi non lasceremo cancellare venticinque
secoli di storia per trasformare Nizza in un semplice spazio geografico
aperto a tutti i venti, dove vivranno solamente produttori e
consumatori anonimi, senza passato e senza storia. Se la Francia vuole
suicidarsi corne nazione, è affar suo, ma noi non ci suicideremo
assieme a lei. E' urgente reagire. Questa lotta si inscrive bene nel
quadro europeo, poiché tutti i Paesi d'Europa accordano una larga
autonomia aile regioni, ad eccezione della Francia giacobina, che
esercita con la forza un centralismo dittatoriale.
Nizza,
28 settembre 2003: Alain Rouiller coi responsabili della "Lega per il
restauro delle liberta di Nizza" ed i responsabili della lega Savoia,
firmano una nuova caria d'alleanza alto scopo di annullare l'lllegale
annessione di Nizza alla Francia avvenuta nel 1860.
Ma allora non sarebbe sufficiente un'autonomia speciale corne quella goduta, in Italia, dall'Alto Adige o dalla Valle d'Aosta?
Si,
una larga autonomia sarebbe una prima tappa. Ma in termini più lunghi
sarà necessario per Nizza accedere alla piena sovranità, perché Nizza
ne ha diritto. Nel caso che Nizza ottenga l'autonomia, sarà comunque
legata alla Francia, che le imporrà la sua politica e, soprattutto, la
sua filosofia decadente. Bisogna
tagliare i ponti. I Nizzardi hanno dato molto alla Francia, in sangue e
in oro, ora vogliono ritrovare quella libertà che gli è stata
confiscata. Un'autonomia
sarebbe vitale solo nel caso in cui tra le due parti esistesse una
comunanza di pensiero, di cultura, di interessi, ma non esiste nulla di
tutto ciè; noi siamo Latini, loro Galli. Un vecchio proverbio nizzardo
afferma: "I Nizzardi e i Francesi sono sempre andati d'accordo corne il
cane e il gatto".
Ma non c'è stato un plebiscito, che ha sancito l'annessione di Nizza alla Francia?
Il
plebiscito è stato interamente truccato, io ho rilevato ben sedici
importanti cause di nullità. Prima di tutto, Nizza è stata occupata
militarmente dalla Francia il 10 aprile 1860, ossia 15 giorni prima del
famoso plebiscito. Le due frodi maggiori sono le seguenti: venne
soppresso l'obbligo della residenza a Nizza per votare ed il partito
pro-Francia istitui dei comitati per compilare le liste elettorali.
Questi comitati avevano tutti i poteri e cosi stabilirono
"sommariamente e senza ricorso" chi iscrivere nelle liste elettorali
per far votare chi volevano. Quando Nizza non aveva ancora cambiato
nazionalità, intervienne illegalmente il prefetto imperiale del
Dipartimento del Varo imponendo illegalmente alla municipalità di Nizza
di iscrivere nelle liste delle persone residenti in Provenza aventi,
cos! essi affermavano, antenati nizzardi. La faccenda è stata condotta
bene ed io ho ritrovato negli archivi municipali alcune di quelle
liste. Non parliamo poi dell'assenza di cabine elettorali, di schede
con il voto NO che non vennero stampate, le urne rimaste una flotte
nelle mari di Malaussena, il sindaco filofrancese, ecc. ecc.
Cosa pensano i Nizzardi di oggi riguardo a Garibaldi? E voi della Lega corne lo vedete?
Per tutti i veri Nizzardi Garibaldi, nato a Nizza, città che ha sempre amato e difeso, rimane un eroe senza paragoni. La
sua purezza, il suo disinteresse per il denaro, sono esemplari. Per gli
indipendentisti nizzardi (vale a dire per tutti i veri Nizzardi)
Garibaldi rappresenta un modello assoluto ed una bandiera, una bandiera
senza macchia. Per
due volte egli ha tentato di salvare Nizza, nel 1860 e nel 1871. L'8
febbraio 1871 ha accettato di presentarsi aile elezioni della Camera
dei Deputati come capo del partito indipendentista assieme a Piccon e
Bergondi. Malgrado
le frodi del prefetto francese essi ottennero il 73 % dei voti.... e
ciè dieci anni dopo l'annessione, quando dodicimila Nizzardi avevano
abbandonato la pro-pria terra rifiutando l'annessione, quando vi era
stata una massiccia immigrazione francese... nonostante tutto i
Nizzardi diedero il 73 % dei suffragi ai tre candidati
indipendentisti!!! L' elezione di Garibaldi venne invalidata dal
parlamento di Bordeaux, Bergondi si suicidé perché sarebbe stato
"melanconico" (oggi si direbbe: "depresso"), secondo la versione
ufficiale, e la Francia inviè a Nizza 10.000 soldati: cavalleria,
gendarmeria e fanteria di marina. Vennero piazzati dei cannoni nelle
vie e si arrestarono e deportarono gli oppositori. Ecco corne Nizza è
rimasta francese nel 1871.
Nel
1860, Garibaldi voleva innanzitutto che Nizza restasse sotto lo scettro
dei Savoia, ma correvano delle voci secondo le quali il re si stava
apprestando a vendere Nizza e Savoia. Garibaldi telegrafô al suo amico
colonnello Tuerr, che era in servizio presso la Corte di Torino
domandandogli di trasmettere un messaggio molto preciso al re: "State
per vendere Nizza? Rispondete si o no immediatamente". Il re stava per
andare a dormire quando gli venne trasmesso il messaggio. Si lamenté:
"Si o no! E cosy in fretta! ! !". Tuttavia rispose di si, poiché non
voleva mentire a Garibaldi. Garibaldi si infuriè; visto che Nizza
veniva staccata dal Piemonte — Regno di Sardegna, allora l'Eroe dei Due
Mondi pretese e si batté per una Nizza neutrale ed indipendente,
condizioni affinché non divenisse francese. Nel 2007 organizzeremo
delle cerimonie popolari in onore di Garibaldi, poiché i politicanti
francesi vogliono mettere le loro mani appiccicose sull'aureola
dell'Eroe, vogliono falsificare la storia, cosa che sarebbe un insulto
a Garibaldi; noi non glielo permetteremo. Otto mesi dopo si svolgeranno
le elezioni municipali e noi diremo ai Nizzardi: per il bicentenario
della sua nascita, fate a Garibaldi il più bel regalo, il solo che
avrebbe sostenuto e accettato con gioia, continuate la sua lotta per la
libertà di Nizza e votate la lista indipendentista che presenteremo
aile elezioni... Dopo l'8 febbraio 1871, sarà la prima volta che una
lista indipendentista sarà in lizza, un avvenimento storico!
Corne è oggi la situazione dell'identità nizzarda?
La
Francia ha sempre tentato di ridicolizzare l'identità nizzarda,
situandola tra il folclore di quart' ordine che diverte i turisti. I
docenti universitari, artefici della francesizzazione ad oltranza,
hanno "panbagnatizzato" l'identità nizzarda (il "Pan - Bagnat" è una
specialità gastronomica nizzarda). Oggi i veri nizzardi vogliono
gustarsi il loro Pan - Bagnat, ma liberi...I Nizzardi sono molto
attaccati alla loro cultura, ma oggi si rendono conto che solo una
precisa identità politica potrà salvare 1' identità culturale.
Ma si continua a dire che è grazie all'annessione alla Francia se Nizza è divenuta una grande città...
Nizza
è sempre stata potente! Era la quarta città del Regno di Sardegna.
Sarebbe troppo lungo raccontare tutta la sua storia, tanto essa è ricca
di avvenimenti importanti. Già nel 1517 il cardinale d'Aragona diceva
"Nizza è molto bella e molto grande...". Essa aveva tutto ciè che le
sarebbe servito per poter divenire indipendente. A partire dal XVIII
secolo il turismo l'aveva già arricchita; tutte le Corti d'Europa vi
risiedevano e contava Etna dozzina di consolati in attività; oggi non
ci sono più che dei consoli onorari senza consolato... Ci sono anche
barboni e ladri che provengono dall'Oltrevaro... Prima del 1860 avevamo
corne residenti gli imperatori, i re ed i principi di tutta Europa, ora
abbiamo la feccia di tutta la Francia e tutta l'Europa.
In
Francia vi sono numerose minoranze etniche e linguistiche (Corsi,
Alsaziani, Occitani ecc.). Avete rapporti organizzativi con loro? E con
i Provenzali / Occitani in particolare ( Federico Mistral è uno dei
miei autori prediletti...), non vi sentite legati a loro?
Non
abbiamo rapporti formali con le altre minoranze che vivo-no in Francia.
I Corsi sono molto individualisti, gli Alsaziani poco organizzati,
quanto agli Occitani (perlomeno una gran parte) e soprattutto ai
Bretoni, essi sono a rimorchio dei partiti della sinistra francese. I
soli con cui siamo alleati, per evidenti ragioni, sono i Savoiardi,
poiché Nizza e la Savoia sono francesi solo per il trattato di Torino e
tutte e due sono state occupate militarmente dalla Francia ed in questi
due Paesi sono stati organizzati dei plebisciti truccati.
Fortunatamente, ora sembra che certi Occitani, raggruppati nel "Partito
della Nazione Occitana" vogliano avvicinarsi a noi riconoscendo a Nizza
il diritto ad uno statuto particolare in seno all'Occitania. Gli altri
Occitani pretendono che Nizza sia infeudata alla Provenza, cosa che
rifiutiamo. Da sempre la Provenza (non certo il popolo, ma i suoi capi
politici, che sono stati prima gli Aragonesi e poi gli Angiô) è stata
la nemica giurata dei Nizzardi; sempre ha invaso Nizza e sempre Nizza
si è rivoltata e liberata. E' proprio per sfuggire a loro che Nizza ha
firmato la dedizione ai Savoia. Nizza non è provenzale, è pizzarda. La
"provenzalità" di Nizza è una menzogna inventata dai giacobini di
Parigi e la ragione è semplice. I Re di Francia hanno ereditato la
Contea di Provenza dagli Angiè; se Nizza fosse stata provenzale, essa
sarebbe appartenuta di diritto alla Francia... Mistral
è stato sponsorizzato e sostenuto dalla Francia per impiantare il suo
"Félibrige", a Nizza, ma i Nizzardi hanno resistito.
E'vero che nel 1871 Nizza stava per ottenere l'indipendenza?
Nel
1871, dopo le elezioni che avevano dato una schiacciante maggioranza
agli indipendentisti nizzardi, la Francia ha confiscato con la forza il
voto delle urne. 10000 uomini hanno occupato la città, sono stati
arrestati e deportati ail' Isola Santa Margherita e altrove molti
Nizzardi. Questo fatto è sempre stato tenuto nascosto, lo si è
cancellato dalla storia di Nizza, ma all'epoca la stampa italiana,
sempre ben informata sulla questione di Nizza, e soprattutto non
sottomessa a censura, aveva parlato di "Vespri Nizzardi". Io ho
rinvenuto per caso presso un privato (un fortunato caso!) i giomali
nizzardi dell'epoca, tra cui "Il Pensiero di Nizza", ed essi spiegano
cosa realmente è accaduto. Fino ad oggi questi giornali d'epoca sono
stati chiusi nella Prefettura di Nizza, sotto chiave, e nessuno li ha
potuti vedere.
Come sono i rapporti tra i Nizzardi e gli Italiani che vivono sulla Costa Azzurra?
A
Nizza vivono molti italiani e ciè è tanto meglio. I Nizzardi
s'intendono bene con loro. Per la maggior parte sono persone gradevoli,
discreti, apprezzano l'arte ed amano Nizza. Si sentono un po' corne a
casa ed in ciè hanno ragione. Sono molto importanti per l' economia
nizzarda; tra gli Italiani ed i veri Nizzardi esiste una connivenza,
una sorta di complicità nascosta. Invece i Francesi installai a Nizza
non amano i Nizzardi, sentendosi superiori. Criticano tutto, ad ogni riguardo, ed i
Nizzardi gli rispondono: "Ma perché vivete qui, dove nulla vi garba? Tornatevene in Francia, allora...". Con stupore: "Ma noi siamo in Francia...". . ."No, voi siete a Nizza e Nizza non è Francia".
Che libro potrebbe consigliare per conoscere la storia e la cultura nizzarda?
E'difficile
consigliare un'opera per conoscere la storia e la cultura nizzarda.
Sono stati scritti molti libri, ma tutti mentono o nascondono ciè che
puè dar fastidio alla Francia. Per studiare il folclore puro non sono
male i vecchi numeri (attorno al 1900) della rivista "Nice Historique",
ma per quanto riguarda la storia certi periodi sono occultati ed i
fatti trasformati. Per ciè che riguarda l'annessione del 1860, conosco
solo...quello che ho scritto io, "Nice demain l'indépendance" (pp.488,
France Europe Edition 2003, sito internet
www.france-europeeditions.com), quindi ce n'è uno solo per il momento,
ma ora che ho iniziato a rompere la congiura del silenzio, s'inizia
piano piano a dire le verità anche riguardo a questo scottante
soggetto, sul quale presto uscirà un mio scritto anche in italiano.
Ritiene possibile un'adesione degli Italiani residenti a Nizza al Vostro movimento?
Per
il momento raccogliamo i veri Nizzardi. E, credetemi, sono molti. Ogni
giorno porta nuove adesioni a decine e la progressione è geometrica... La
situazione catastrofica di Nizza ed il fallimento della Francia
spingono i Nizzardi a raggrupparsi attorno ai valori nizzardi. Non ne
vogliono più sapere dei partiti politici francesi. Io penso che se
l'unione dei Nizzardi continuerà a questo ritmo sfrenato, noi
conquisteremo il Municipio; penso che nel peggiore dei casi saremo
comunque ben rappresentati nel Consiglio comunale. Se degli Italiani
residenti a Nizza vorranno apparire sulla nostra lista, li accoglieremo
con gran piacere.
Vecchie
polemiche antiannessioniste dicevano che, con l'arrivo della Francia
"Nissa la casta" sarebbe divenuta "Nissa la guasta" ed, in effetti, la
corruzione, gli intrecci tra criminalità e politica, da Lei
coraggiosamente denunciati, fanno paura ai giorni nostri. Ci pub dire
qualcosa al riguardo?
Con
l'annessione è iniziato il gran saccheggio di Nizza. Spregiudicati
banchieri filofrancesi installatisi a Nizza si sono adoperati per l'
annessione, ed erano in relazione d' affari con i loro colleghi
francesi, Pereire e Rothschild in particolare. Già prima
dell'annessione Pietri, il rappresentante di Napoleone III inviato per
truccare il plebiscito, aveva organizzato la liquidazione della Banca
di Stato carda e l'installazione della Banca di Francia a Nizza per
saccheggiare il Paese. Da quando la Banca di Francia fu messa a posto,
il direttore catalogè tutte le ricchezze non sfruttate o poco sfruttate
dai Nizzardi, indicando i mezzi per ricavarne il massimo profitto. I
Nizzardi vennero spogliati dei terreni, si spezzettarono le grandi
proprietà ed un nugolo di uomini d' affari francesi si gettè Sulla
Contea corne degli avvoltoi. Costruirono dappertutto immobili, hotel,
ecc. cosa che costituiva un doppio vantaggio, per loro e per la
Francia. Loro ne ricavarono grandi profitti e la Francia, che
desiderava distruggere l'identità nizzarda, trovava interesse a farci
invadere da ricchi francesi che si stabilivano in misura massiccia
nelle nuove costruzioni. Presto, e lo ammise lo stesso Lubonis (ultimo
ed effimero Governatore di Nizza, messo a quel posto da Cavour per
aiutare Pietri a truccare il plebiscito del 1860), il quale,
amareggiato per non aver tratto dall'annessione i vantaggi che dava per
scontati, scrisse che oramai i Nizzardi si erano ridotti ad essere i
portinai di casa propria...
Interessanti
e sconvolgenti queste rivelazioni sui rapporti tra speculatori
finanziari e partigiani dell'annessione alla Francia...
E
in Savoia fu lo stesso, il banchiere francese Pereira fece una fortuna
trafficando sulla Banca di Savoia. Più tardi, con l'esplosione del
turismo, la speculazione fu ancora più terribile. Gli affaristi
distrussero castelli, palazzi e ville magnifiche per costruire ancora
di più. Si puà dire che la speculazione francese giunse a distruggere
la quasi totalità del patrimonio architettonico Nizzardo. Per finire, e
quasi fino ai giorni nostri, tutti gli scrocconi di Francia, fiutando i
buoni affari, si sono precipitati a Nizza corne degli avvoltoi. Ci si è
attaccati agli sgabuzzini e ai granai e li si è trasformati in
monolocali; si sono addirittura spezzettati i belli e vasti
appartamenti antichi per trasformarli in mono- o bilocali, distruggendo
cosi delle meraviglie, gli affreschi ed i soffitti dipinti. Presto si
arriverà a vendere le cantine corne monolocali ... Nizza è stata fatta
a pezzi, venduta e prostituita al denaro. Ma i Nizzardi non hanno mai
partecipato a questo saccheggio e non ne hanno tratto profitto, bensi
il contrario, essi ne sono stati le vittime. Oggi non si pub più
abitare a Nizza e molti sono costretti a trasferirsi sull'altra sponda
del Varo. La massa di denaro in gioco ha anche attirato qui tutte le
mafie, l'ultima in ordine di arrivo è stata quella russa.
Prima
dell' annessione i Nizzardi erano seduti su di un mucchio d'oro, ma non
lo sapevano e si contentavano di una vita semplice e piacevole.
L'annessione fu un colossale affare finanziario per i capitalisti
francesi, ma essa si compi a detrimento dei Nizzardi, che persero
innanzitutto la loro libertà, la loro terra, per diventare stranieri in
patria e costretti ad andarsene. La Francia ha esportato a Nizza la sua
corruzione. Essa accusa Monaco di riciclare i capitali sporchi, ma
degli alti politicanti francesi tengono il proprio denaro a Monaco e la
Francia è la campionessa della vendita di armi.
La
mafia politica francese, che corrompe la giustizia e trucca gli appalti
pubblici, è la peggiore di tutte, poiché si nasconde dietro i grandi
principi. Si parla spesso dei recenti scandali finanziari al Municipio
di Nizza, ma non c'è più un solo Nizzardo al Municipio...solamente
degli uomini messi II dai politicanti parigini, e sono loro quelli
implicati in questi scandali. Uno tra coloro recentemente arrestati,
poiché voleva truccare gli appalti della nuova tramvia, aveva detto
(era sotto intercettazione telefonica): "I Nizzardi pagheranno, loro
sono ricchi...!".
Dopo
è uscito di prigione e si sono imbrogliate le carte, perché si tratta
di un amico del potere installato a Parigi. I Nizzardi non finiscono
più di subire le conseguenze dell' annessione, vengono cacciati da qui
non più con la forza militare, ma con la speculazione immobiliare e la
corruzione francese.
Vorrei
aggiungere due parole su Monaco ed il principe Ranieri III che, a poco
a poco, è riuscito a strappare alla Francia l'indipendenza per il
proprio Paese. Monaco era sotto tutela francese, ma recentemente le due
"convenzioni" che mantenevano il Paese sotto tutela sono state
"depotenziate". Ora i posti al vertice non sono più riservati ai
francesi e la Francia non ha più nulla da dire circa la successione
dinastica...tutto ciè è stato liquidato in un paio di righe dai
giornali francesi. La realtà è che la Francia è stata costretta a
restituire la libertà a Monaco. Ecco un bell'esempio per Nizza.
Un messaggio per il lettore italiano...
Se
Nizza fosse rimasta italiana, oggi godrebbe certamente d'una larga
autonomia corne altre zone di confine (Valle d'Aosta, Trentino — Alto
Adige, Friuli — Venezia Giulia). Io dico ai nostri amici italiani:
venite a Nizza, qui siete i benvenuti. I francesi sono detestati sempre
di più, poiché non provano che disprezzo verso i Nizzardi e si
comportano da conquistatori, pur in piena decadenza morale ed
economica. La cultura dei Nizzardi è latina, e noi abbiamo molta
affinità con i popoli latini e ne abbiamo poca invece, con i popoli del
Nord. La presenza italiana a Nizza è un fortunato contrappeso a quella
francese ed è storicamente legittima. Gli italiani, il cui ruolo
economico a Nizza è benefico, ora che le leggi europee gli permettono
di votare, potrebbero avere anche un importante ruolo politico.
La
Gioventù Nizzarda si è liberata del giogo imposto dalla Francia e dalle
sue menzogne, venera Garibaldi e spesso si reca in Piemonte, ove
ritrova il gradevole profumo della Nizza che fu. Sulle tribune dello
stadio di Nizza non sventola una cola bandiera francese, solamente
bandiere nizzarde. Domani, ineluttabilmente, i Nizzardi strapperanno
alla Francia la libertà loro confiscata e allora, corne un tempo, Nizza
si volterà verso l'Italia, la sua sorella latina...
Giuseppe Garibaldi e Alain Roullier